Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i DA rappresentano un problema di salute pubblica in costante crescita nei paesi industrializzati. Nella popolazione generale di età compresa tra i 12 e i 25 anni e di sesso femminile sono stimati tassi di prevalenza dello 0,2 – 0,8% per l’anoressia nervosa, del 3% per la bulimia nervosa e del 3,7 – 6,4% per i DA non altrimenti specificati. L’incidenza dell’anoressia nervosa è stimata essere di almeno 8 nuovi casi per 100.000 donne in un anno, mentre quella della bulimia nervosa è di almeno 12 nuovi casi per 100.000 donne in un anno. Negli studi condotti su popolazioni cliniche, i maschi rappresentano tra il 5% e il 10% dei casi di anoressia nervosa, tra il 10% e il 15% dei casi di bulimia nervosa e tra il 30% e il 40% dei casi di disturbo da alimentazione incontrollata. Nell’anoressia nervosa e nella bulimia nervosa, l’età di esordio è in genere compresa tra i 15 e i 19 anni, mentre nel BED essa è distribuita in un ampio intervallo (dall’infanzia alla terza età). È stato recentemente segnalato un aumento dei casi a esordio precoce, coinvolgendo pertanto la preadolescenza. Questo aumento è in parte spiegato dall’abbassamento dell’età del menarca osservato negli ultimi decenni, ma potrebbe anche essere legato a un’anticipazione dell’età in cui gli adolescenti sono esposti alle pressioni socioculturali alla magrezza, attraverso mezzi di comunicazione come i social media. Un esordio precoce può comportare un rischio maggiore di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico di quei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale.

I DA sono definiti e classificati dall’American Psychiatric Association nella quinta edizione del manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5; Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, American Psychiatric Association, 2013) e riorganizzati alla luce della di­ffusione di nuove forme patologiche.

I DA condividono lo stesso nucleo psicopatologico: la tendenza a giudicare il proprio valore in modo predominante o esclusivo in termini di peso e forma del corpo. Inoltre, tendono a persistere nel tempo migrando da una forma all’altra della stessa categoria diagnostica, ma è raro che evolvano in altri disturbi mentali. Le evidenze empiriche in questione, sembrano indicare che i meccanismi di mantenimento alla base siano gli stessi, permettendo così di considerare i DA come un’unica categoria diagnostica, un unico DA che si declina con caratteristiche diverse non solo tra gli individui ma anche nello stesso soggetto (teoria transdiagnostica).

Le caratteristiche cliniche che determinano la presenza di un DA sono:

  • Anomalie del comportamento alimentare e/o di comportamenti di controllo del peso persistenti (es. per almeno tre mesi).
  • Eccessiva valutazione del peso e/o della forma del corpo e/o del controllo dell’alimentazione.
  • Danni alla salute fisica e al funzionamento psicosociale causati dalle anomalie del comportamento e/o dall’eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione.