La maggior parte delle persone con disturbi dell’alimentazione non richiede aiuto in modo tempestivo e non riceve una diagnosi e un trattamento adeguati.
Molti casi arrivano all’osservazione clinica dopo una lunga storia di malattia, quando è più difficile ottenere una guarigione. È importante sapere che per la terapia di questi disturbi sono oggi disponibili vari trattamenti, la cui efficacia è stata documentata da studi clinici controllati. Questi trattamenti richiedono l’integrazione di varie figure professionali tra le quali psichiatri, psicologi, nutrizionisti, medici di medicina generale, internisti, endocrinologi, pediatri, neuropsichiatri infantili. Sul versante psichiatrico-psicologico, le psicoterapie hanno un ruolo essenziale.
Due principi generali sono alla base del trattamento dei DA:
- l’approccio multidimensionale, interdisciplinare, pluriprofessionale integrato, che coinvolge psichiatri, psicologi, internisti, nutrizionisti, endocrinologi, dietisti, fisioterapisti, educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica e infermieri;
- la molteplicità dei contesti di cura, dalla gestione ambulatoriale a lungo termine alla riabilitazione intensiva – semiresidenziale e residenziale – indirizzata agli stati gravi di denutrizione, ai momenti di instabilità e scompenso e all’avvio di uno stile di vita sano e stabile (mirata, in particolare, all’alimentazione e all’attività fisica).
I livelli di intervento per i disturbi dell’alimentazione sono cinque: primo contatto sul territorio con il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta; terapia ambulatoriale specialistica; terapia ambulatoriale intensiva o centro diurno; riabilitazione intensiva ospedaliera; ricovero ordinario e di emergenza.
Il ruolo del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta è essenziale per la prevenzione, lo screening e la diagnosi precoce, la valutazione del rischio fisico, l’invio ai centri specialistici, il trattamento dei casi lievi e il follow-up.
La terapia ambulatoriale, quale quella proposta dal nostro Centro, deve essere considerata quella di elezione per le persone affette da DA. Essa include l’utilizzo di un approccio psicoterapeutico la cui efficacia è basata sull’evidenza scientifica, ma spesso non si limita a questo. Essa coinvolge diverse figure professionali in una prospettiva integrata e include, quando indicato, gli interventi motivazionali, la gestione psicofarmacologica, la psicoeducazione, la riabilitazione nutrizionale e la gestione internistica, il supporto e la psicoeducazione dei familiari e di tutte le figure di riferimento coinvolte.
Il trattamento in regime ambulatoriale intensivo è indicato per pazienti che hanno difficoltà a modificare le loro abitudini alimentari con la terapia ambulatoriale standard.
La riabilitazione intensiva residenziale è indicata in caso di mancata risposta al trattamento ambulatoriale o in presenza di un rischio fisico o psichiatrico o di difficoltà psicosociali che rendono inappropriato il trattamento ambulatoriale. Essa è basata su un progetto riabilitativo individuale, che comprende l’intervento psicoterapeutico, la riabilitazione nutrizionale, la riabilitazione fisica e la gestione delle complicanze mediche/psichiatriche.
Il ricovero ordinario può essere attuato in reparti internistici, per il trattamento delle complicanze mediche urgenti e della malnutrizione grave, o in reparti psichiatrici, per la gestione del rischio suicidario o della comorbidità psichiatrica.